Pubblicità su Spotify: usare a proprio vantaggio la rivoluzione dell’audio
Culture Next*, l'analisi annuale di Spotify che descrive come Millennial e Gen Z stanno plasmando lo streaming audio e la cultura in generale, parla di Rinascita Culturale e i protagonisti di questa rinascita sono Ascoltatori, Creatori e Inserzionisti.
Alcuni dati interessanti che emergono da questa analisi:
• Il 69% dei Millennial e il 68% dei membri della Gen Z in Italia credono che le piattaforme di streaming, comprese quelle di contenuti audio, abbiano plasmato significativamente il modo in cui scoprono e si connettono con una cultura più ampia
• Il 43% dei millennial e il 40% della Gen Z in Italia affermano di essere diventati parte di una community globale grazie alla musica e ai podcast
• Il 72% dei Millennial e il 63% della Gen Z in Italia concordano sull’uso dei contenuti audio per ridurre i livelli di stress
• Il 36% dei giovani in Italia nutre maggiore fiducia nei podcast che nei media tradizionali
Spotify inoltre suggerisce ai brand che dare spazio alle diversità, essere presenti quanto i loro utenti sono a proprio agio e ricordargli che non sono solo consumatori, ma anche creatori, sono solo alcune delle strategie comunicative per connettersi con i più giovani.
Perché investire in Spotify Advertising?
Oltre 300 milioni di utenti hanno un account Spotify, chi nella versione gratuita (in cui gli annunci compaiono ogni 15 minuti) e chi nella versione a pagamento, in cui gli annunci compaiono solo durante i podcast).
Le persone ascoltano in media 4 ore di contenuti audio al giorno, contro la media di 2 ore al giorno trascorse sui social. Prendendo sempre in analisi i millennials, Spotify stima che il 46% naviga sui social media mentre ascolta musica in streaming.
In una strategia multichannel quindi, il ruolo degli annunci audio è fondamentale poiché hanno il doppio della probabilità di aumentare l’intenzione di acquisto rispetto agli annunci display e comportare un aumento dell’ad recall del 24%, come dimostra uno studio di Neilsen Media Lab.
Quanto costa sponsorizzare su Spotify?
Il costo minimo per una campagna è di 250€, che, se si compara con i costi e alle performance di un’emittente radio, è un costo che qualsiasi realtà può sostenere.
“Tramite Ad Studio anche le realtà di piccole e medie dimensioni possono testare facilmente una campagna su Spotify, misurarne l’impatto e sfruttare la potenza dell’audio” ha sottolineato Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia.
PMI, startup e anche brand che hanno a disposizione grandi budget media: se il messaggio è coinvolgente e ben costruito, intercettare il pubblico in un momento piacevole, tramite la sponsorizzazione su Spotify, può essere estremamente strategico.
Campagne su Spotify: formati e funzionalità
Spotify, leader dello streaming on demand, mette a disposizione degli inserzionisti Ad Studio, la piattaforma self che, grazie alla Streaming Intelligence, permette ai brand di comprendere gli stati d'animo, le passioni, le abitudini e i gusti musicali degli ascoltatori, utilizzando le tecniche di emotional branding, ovvero colpendo tramite le emozioni al momento giusto.
Con Ad Studio è possibile creare campagne audio, video takeover, display e sponsored playlist.
- Audio: sono campagne della durata di 15 – 30 secondi che vengono trasmesse tra un brano e l’altro, quando l’ascoltatore è immerso nella musica, con una specifica CTA, link e immagine a supporto.
- Video Takeover: vengono visualizzati con lo schermo attivo, ovvero mentre l’utente naviga e sfoglia il catalogo per scegliere la playlist o il podcast da ascoltare in streaming. Anche per questo formato è possibile inserire CTA e link.
- Display: annunci cliccabili con destinazione sito web e disponibili nei formati Overlay, Homepage Takeover oppure Leaderboard.
- Sponsored Playlist: è la possibilità per i brand di inserire il proprio marchio all’interno delle playlist di proprietà Spotify, per un determinato periodo, sfruttando la streaming intelligence e il numero elevato di ascolti.
Tramite la piattaforma è possibile registrare gratuitamente lo spot, scegliendo speaker e musica. La scelta tra i diversi sottofondi è ampia, così come la selezione interna di profili vocali, diversificati per età e genere.
E i risultati? Ovviamente misurabili! La piattaforma mette a disposizione molte metriche per valutare l’impatto degli annunci, anche con dati precisi relativi alla percentuale di ascolto dell’audio.
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Sponsorizzazione Spotify: farsi sentire dal proprio target
Spotify Advertising permette di connettersi con il proprio target attraverso affinità, parlando (e ascoltando) la stessa lingua, o tramite connessioni remote.
È infatti possibile creare spot audio direttamente sulla piattaforma con lo stile musicale del pubblico di interesse e comparire proprio mentre ascolta il suo artista preferito, rendendo l’annuncio piacevole e coinvolgente, senza farlo percepire come un’interruzione.
Non a caso, molti annunci iniziano proprio con “Hey, scusaci tanto per l’interruzione”.
Creando affinità è possibile raggiungere anche piccole nicchie di audience, mettendo in secondo piano il classico metodo di targettizzazione socio-demografico, comunque disponibile in piattaforma.
In un momento storico in cui i contatti sociali si sono ridotti, i dispositivi connessistanno aiutando le persone a sentirsi più e meglio connesse e questo vale anche per i brand. L’aumento degli ascolti tramite dispositivi domestici è l’occasione per i brand di intercettare, attraverso Spotify Advertising, il proprio pubblico anche a casa, con la possibilità di scegliere anche in che preciso momento: mentre si sta allenando, mentre sta preparando la cena o mentre si dedica alle pulizie.
Le conclusioni su Spotify Ads
Spotify è la piattaforma musicale più diffusa ed utilizzata a livello globale. Seguendo le best practices per la creazione degli annunci, la potenzialità dei prodotti audio è enorme.
Ma non solo… In un mondo che va verso il metaverso e dove la realtà è sempre più virtuale, i brand hanno bisogno di creare connessioni, di scoprire il proprio lato umano e cosa c’è di più vero e umano della voce?
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