Cliccare o non cliccare? Questo è il dilemma. Come mai i pulsanti sono così accattivanti? Se lo è chiesto Rachel Plotnik e anche Instilla.
Perchè per noi esseri umani i pulsanti sono così attraenti? Se l’è chiesto Rachel Plotnik, studiosa dell’Università dell’Indiana, che per sette anni si è dedicata alla tematica dell’importanza dei pulsanti e dei complessi meccanismi psicologici che vi stanno dietro.
I suoi studi sono diventati un libro intitolato “Power Button: a history of Pleasure, Panic, and the politics of pushing”. Questo libro racconta l’origine della cosiddetta “push-botton society”; ma vediamo insieme i temi principali che definiscono questa cultura del pulsante.
I pulsanti “non sono per tutti”
Premere un pulsante facilita la vita? Oserei dire non sempre; proprio il contrario di quanto aveva affermato la Eastman Kodak Company all’inizio del Diciannovesimo secolo. L’azienda, infatti, promuoveva lo slogan “Tu premi il pulsante, noi facciamo il resto”.
Naturalmente, tale campagna pubblicitaria, ha aperto tutte le porte possibili per il mondo della fotografia e dei selfie stessi (anche se in questo caso lo slogan più corretto sarebbe “Tu premi il pulsante che tanto poi ci pensano le app a sistemarti la faccia”, ma questa è un’altra storia).
Fatto sta che in molti contesti, sia attuali che passati, i pulsanti sono risultati tutto tranne che semplici da utilizzare. Un esempio? Penstate a quando siete a piedi fermi al semaforo e state aspettando che questo diventi verde, scommetto che la maggior parte di voi, in questi casi, preme in modo ossessivo compulsivo il povero tasto per l’attraversamento pedonale...quante volte hai valutato l’idea che fosse un tasto finto?
Per questo e per molti altri casi in cui ci troviamo ad interagire nel nostro quotidiano con pulsanti, ci lamentiamo che non funzionino o non siano facili da usare: questo proprio perché la maggior parte di essi devono essere spiegati e contestualizzati per consentirne il corretto utilizzo.
“Sala dei bottoni” della centrale nucleare di Benznau, Svizzera
Fonte: https://www.tvsvizzera.it/tvs/centrale-nucleare-di-beznau/29295300
2. I pulsanti incoraggiano il consumismo?
Se poteste avere tutto quello che volete premendo un pulsante? Questa è proprio l’idea che all’inizio del Ventesimo secolo cercavano di promuovere i produttori e distributori di prodotti. Essi volevano trasmettere il messaggio secondo il quale ogni desiderio o capriccio potesse essere soddisfatto grazie all’uso di un pulsante. Ma quanto sarebbe bello? Premo un pulsante e taaac, vengo magicamente catapultato alle Maldive. (Ma qualcosa deve evidentemente essere andato storto: mi sembra di trovarmi ancora in ufficio a Milano)
Però, se ci pensate, è proprio vero che è questo degli utilizzi più comuni dei pulsanti: le persone li premono per comprare snack, guardare film in streaming, prenotare auto o biciclette. Un esempio incredibilmente significativo è l’Amazon Dash Button: ad ogni click ordina istantaneamente il detersivo e questo ti viene comodamente recapitato a casa tua.
3. Alcuni pulsanti sono pericolosi
Quante volte vi è capitato di vedere una mamma che dice al figlio “no Giovannino, non premere quel pulsante”, anche se poi sappiamo tutti che va a finire che il bambino lo preme apposta: sin dall’infanzia i pulsanti suscitano in noi un desiderio irrefrenabile di premerli,e in ognuno di noi resiste quel Giovannino, anche se il bottone può essere “pericoloso”.
Un esempio banale di pulsante potenzialmente “pericoloso?
Il clacson è uno di quei pulsanti da usare con cautela, mai in certi momenti della giornata o in presenza di cartelli che ne vietano l’utilizzo. Eppure è sempre lì, di dimensioni notevoli, e talvolta la voglia irrefrenabile di premerlo si presenta più di quanto vorresti ammettere.
4. Alcuni dei pulsanti più temuti al mondo non esistono
Nell’Ottocento tra le paure più comuni vi era quella secondo la quale esisteva un pulsante in grado di distruggere tutto il mondo. Si tratta di tempi di guerra, dove si stavano diffondendo le prime tecnologie militari, quindi forse questa paura era più che comprensibile. Questa paranoia era stata poi trasmessa anche nei film quali Il Dottor Stranamore.
Ma non è necessario andare così tanto indietro nel tempo, è sufficiente risalire a Dondald Trump nel 2018. Il presidente americano, infatti, riferendosi al leader nordcoreano Kim Jong Un, scrisse “Anch’io ho un pulsante nucleare, ma molto più grande e potente del suo, e il mio pulsante funziona!”.
Come avete potuto notare, i pulsanti svolgono una funzione importante all’interno della vita di tutti noi e storicamente questo è sempre accaduto nell’offline..ma nell’online?
I pulsanti nell’era digitale
Molti degli punti di cui abbiamo discusso in questo articolo sono validi anche per i pulsanti che troviamo su applicazioni, interfacce, siti web e social network, dove tra l’altro la “forma” del pulsante ha acquisito un set di caratteristiche estetiche ben precise.
A seconda contesto digitale in cui viene inserito (e dal modo in cui viene inserito) un pulsante può suscitare sensazione di piacere o panico, soddisfazione o senso di pericolo.
Per questa ragione esistono figure, tra cui ad esempio gli User Interface Designer, che, insieme agli User Experience Designer, si occupano anche della progettazione dei pulsanti. Solo grazie ad un’analisi della persona che arriva a premere il pulsante, in quale contesto, in quale condizione e a quale scopo, si può iniziare a comprendere a pieno la complessità e l’importanza del mondo dei pulsanti.