Uno degli argomenti più discussi e che divide gli “spiriti creativi” sono le font. Ma aspetta… aspetta, si dice “il font” o “la font”? Ed è subito guerra! Ma niente panico, l’Accademia della Crusca pone fine all’annoso dibattito amletico, affermando che è corretto usare il font per la terminologia informatica e mantenere la font per l’ambito tipografico. In tal modo si è fedeli all’origine dei due termini: rispettivamente mutuati dall’inglese font considerato maschile, come molti tecnicismi informatici che derivano da termini inglesi neutri e dal francese medievale fonte ‘fusione’ da cui - per assonanza - l’ambito tipografico ne ha assunto il genere femminile.
La scelta di una font è un momento delicato, si tratta di una scelta d’identità, è una questione di carattere! È quindi importante a seconda degli intenti fare una scelta appropriata: non esistono font giuste o sbagliate, ma solo font adeguate o non adeguate al progetto.
Ci sono font famosi che nel bene o nel male hanno fatto la storia del design. In prima battuta trovo doveroso parlare del carattere che tutti i designer amano odiare, il capro espiatorio dei font! Troppo “chiacchierato” per non essere citato. Ma da dove nasce? Te lo sei mai chiesto? Hai capito di chi sto parlando? Rullo di tamburi! Esatto… Il famigerato Comic Sans.
Comic Sans: un font fatto per essere sbagliato - 1995
Un font pensato da Vincent Connare, per dare voce a un cagnolino di nome Rover che fa da assistente virtuale nel software Microsoft Bob.
Rover deve avvicinare i bambini e i neofiti al computer quindi serve un font giocoso e Connare si ispira al mondo dei fumetti “Watchmen” e “Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, per questo assume uno stile infantile e introduce volontariamente degli errori tipografici.
Il font non dà mai voce al Bot perchè i caratteri sbordano dalle vignette, ma viene utilizzato in Microsoft per inviare e-mail goliardiche tra colleghi con tema feste ed eventi, per questo è stato inserito in Windows 95, da qui la sua fortuna e la sua ampia diffusione.
Non è peccato utilizzarlo negli adeguati contesti. Ne esistono di sbagliati? Sì! Quali? Nel 2012 il CERN annuncia la scoperta epocale del Bosone di Higgs... in Comic Sans!
Le 9 font più famose della storia
Dopo aver fatto un po' di chiarezza sul Comic sans, possiamo cominciare il nostro viaggio alla scoperta di font eleganti e moderni. Quali sono i font più famosi tra i designer? Andiamo a scoprirli senza preferenze di sorta. Per par conditio ho inserito dei caratteri bastoni e dei graziati. I primi sono privi di tratti terminali, presentano lettere precise e nette, mentre i secondi si contraddistinguono per la presenza delle grazie, gli allungamenti alle estremità del font, che hanno la mansione di rendere il carattere più elegante.
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1. Garamond: il carattere dell’editoria per eccellenza - 1530
È il nome con cui si identificano una serie di caratteri mobili progettati a Parigi, dal tipografo Claude Garamond su commissione di Francesco I di Francia. Un font elegante e super leggibile, grazie allo scarso contrasto tra aste verticali e orizzontali.
Negli anni sono state fatte diverse rivisitazioni, nel 1958 Giulio Einaudi vuole dare una nuova veste grafica alle sue edizioni e nasce il Simoncini Garamond con cui molti libri sono scritti ancora oggi. Negli anni ‘80 Apple lo adotta come carattere ufficiale introducendo l’Apple Garamond, una variante condensata all’80% dell’ITC Garamond creato da Tony Stan nel 1977.
2. Bodoni: il primo font moderno - 1798
Disegnato da Giambattista Bodoni - direttore della Tipografia Reale di Parma -, questo carattere presenta un forte contrasto tra grazie sottili dritte e aste verticali spessissime e ha le 4 virtù fondamentali definite da Bodoni per un alfabeto: regolarità, bellezza, nitidezza, buon gusto.
Ancora oggi, questa font è un simbolo per la città di Parma e tra i caratteri più utilizzati nell’editoria. Un font per logo? Una risposta: Bodoni. Numerosi marchi lo hanno scelto per la loro brand identity: Vogue, Lancia e Valentino.
3. Didot: eleganza senza tempo - 1799
Il Didot è simile al Bodoni, ma si differenzia per un maggior contrasto e da un disegno più affusolato. È stato creato da Firmin Didot, figlio di stampatori francesi, alla fine del ‘700. Un font elegante e moderno, era molto in voga, nonostante i problemi di stampa causati dalla finezza delle grazie, infatti soprattutto nei caratteri molto piccoli, il rischio di veder scomparire le parti più filiformi delle lettere è molto elevato.
Ne esistono diverse rivisitazioni, nel 1991 Frutiger crea il Linotype Didot, Jonathan Hoefler e Toby Frere-Jones lo ridisegnarono per la rivista di moda Bazaar nel 1980.
Didot è ovunque! Dove? Nelle copertine delle riviste come Vogue (1955). Il font in loghi come Hilton, Dior, cK, Boss, Yves Saint-Laurent, Giorgio Armani, Guess. E ti ricordi il nuovo logo di Zara, quello molto dibattuto per la sua crenatura scomoda? Già è in Didot!
4. Futura: il font moderno dell’oggi e del domani - 1927
Hai mai sentito parlare di Futura-mania? Un carattere, un’ossessione! Un font famoso oltre i confini lunari. Ti ricordi la targa lanciata sulla luna nel 1969 dagli astronauti dell'Apollo 11? È proprio incisa in Futura.
Paul Renner disegna il Futura per la fonderia Bauer di Francoforte ispirandosi all’estetiche del costruttivismo sovietico e del Bauhaus.
Un font moderno, dall’impianto geometrico rigoroso, basato sulle tre forme geometriche essenziali: il cerchio, il quadrato e il triangolo. Un font disegnato per promuovere la semplicità e l'industrializzazione.
Il futura è il carattere ufficiale della propaganda nazista/antinazista e delle Olimpiadi di Mosca del 1980, compare nel logo della RAI e nel Sistema Ferroviaro italiano e in locandine di film, come "V per vendetta" e "American Beauty". Kubrick lo utilizza nell’introduzione di “2001: Odissea nello spazio”.
5. Gill sans: la font storicamente più British - 1928
Eric Gill realizza questo font per un’insegna di una libreria di Bristol. Le sue proporzioni derivano da monumentali capitelli romani nella maiuscola e tradizionali lettere serif nella parte inferiore.
Un font moderno, geometrico e leggibile con un uso sapiente di pesi e misure, storicamente il font famoso per essere il più British per il suo aspetto fiero e per l’utilizzo: Chiesa d’Inghilterra, BBC , il sistema ferroviario e la metro inglesi.
6. Helvetica: lo spazio negativo che sta bene su tutto - 1957
Cosa accomuna Harley Davidson, Coca-Cola, Skype e Lufthansa? Ebbene si: l’Helvetica. Un font professionale che per la sua neutralità (come suggerisce il nome, Helvetia, Svizzera in latino), si pone a servizio del contenuto.
Questo carattere nasce per mano di Max Miedinger e in breve tempo molti brand cominciano ad usarlo e, grazie a Massimo Vignelli, dal 1989 diviene il carattere ufficiale per la segnaletica di New York. Nel 1984 Macintosh lo include nella grafica digitale.
Semplice, essenziale e con molto spazio negativo, il bianco. Un font moderno e Innovativo per il suo modo di concepire il design, come la comunicazione obiettiva di un’idea. Un font “banale” o “senza tempo”? A te la scelta!
7. Frutiger: l’armonia delle proporzioni, una lettera è come un volto - 1973
Adrian Frutiger progetta questo carattere per essere utilizzato nella segnaletica dell'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Il font presenta un aspetto moderno ed è leggibile da varie angolazioni e distanze.
Successivamente il carattere viene adottato anche per la segnaletica dell’aeroporto John F. Kennedy International Airport di New York e i cartelli autostradali svizzeri.
Frutiger dichiara che «una lettera segue gli stessi canoni di bellezza di un volto: una bella lettera è perfetta nelle proporzioni. Se la barra della “T” è posizionata troppo in alto, oppure se la curva di una “A” si trova troppo in basso, questa sproporzione stride come un naso lungo o un mento piccolo».
8. Gotham: il font famoso per le presidenziali di Obama (andrà tutto bene ma in Gotham) - 2000
Tobias Frere-Jones disegna il Gotham per conferire autorevolezza alla rivista GQ. Gli editori desiderano un carattere maschile, fresco e geometrico.
Jones si ispira alle vecchie insegne cittadine come quella posta sull’entrata del New York Port Authority Bus Terminal.
Sicuramente moderno, il font diventa popolare per il suo utilizzo nei manifesti delle Presidenziali di Obama nel 2008: “HOPE”, “CHANGE”, “YES WE CAN”, ed è stato utilizzato per progetti come il Redesign del logo di Discovery Channel, nella locandina del film “Gran Torino” e nelle campagne di Coca-cola.
9. Lato: farsi la “punta al cervello” porta sempre buoni risultati - 2010
Nella classifica non può mancare il lato che caratterizza la nostra identità. Un font elegante, moderno, pulito e caldo, ricorda l'estate da cui prende il nome (“lato” in polacco vuol dire proprio “estate”) neutro se usato in caratteri piccoli, ma distintivo nei caratteri più grandi.
Questo font viene creato da Łukasz Dziedzic su commissione di una Banca che, poco prima della consegna, lo ritenne troppo costoso. Il designer allora decise di offrirlo gratuitamente grazie a un accordo con Google.
Oggi è uno dei font più scaricati, 6° in classifica tra i caratteri di tendenza di Google e altri designer hanno cominciato a completarlo. Il font è ancora in fase di aggiornamento → Puoi aggiornare l'ultima versione. Gratis, ovviamente!
Chiaramente un articolo non basta per racchiudere tutti i font più famosi, un libro interessante sulla storia dei caratteri più conosciuti e i loro aneddoti è “Sei proprio il mio typo” di Simon Garfield.
Ne andrebbero citati molti altri come l'Avenir, l'univers, il Din, l'Arial, Avant Gard e lo stesso Times New Roman...! Ne manca qualcuno? Sicuramente sì! Quali sono i tuoi font preferiti?