Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, lo scorso novembre ha stupito tutti annunciando che l’azienda si sarebbe da quel momento in avanti chiamata Meta, come manifesto dell’obiettivo di trasformare il proprio ecosistema in un metaverso.
Il concetto di metaverso circolava in realtà già da tempo nel mondo della tecnologia e del digitale: diverse aziende e start-up, infatti, avevano iniziato a sperimentare su questo nuovo modo di intendere il web, ognuna con il proprio approccio. Solo con l’entrata in gioco di una big come il colosso di Menlo Park, però, l’idea del metaverso ha catturato l’interesse del grande pubblico.
Il 2022 potrebbe essere quindi l’anno in cui il metaverso comincerà a prendere piede, con nuove importanti applicazioni che si affacceranno sul mercato. Se hai un business online, quindi, sarà fondamentale capire in fretta se è un ambito in cui vale la pena investire: in questo articolo ti parliamo di cinque motivi per scommetterci, ma anche di un problema da risolvere.
Procediamo però con ordine.
Cos’è il metaverso?
L’annuncio della nascita di Meta ha sicuramente incuriosito molti, ma soprattutto ha sollevato un quesito legittimo: di cosa si tratta nella pratica?
In realtà la risposta non è così scontata, in primo luogo perché il metaverso non è qualcosa di effettivamente già esistente, quanto più di una prospettiva per il futuro. In secondo luogo, è difficile da spiegare con semplicità perché un concetto che unisce più trend diversi.
Partiamo con il dire che il metaverso è un concetto nato nella fantascienza, e in particolare coniato da Neal Stephenson nel romanzo del 1992 “Snow Crash” e ripreso da Ernest Cline in “Ready Player One”. In questi casi, il metaverso è una realtà virtuale alternativa dove fuggire da un mondo esterno distopico.
Il metaverso “reale” ambisce a essere invece un insieme di diverse esperienze virtuali su più canali, dove interagire con persone fisicamente distanti. In poche parole, insomma, si tratterebbe di una versione evoluta di chiamate Zoom e chatroom, dove creare interazioni più approfondite sia nel lavoro che nel tempo libero.
Le modalità con cui questo obiettivo potrebbe essere raggiunto sono diverse, e vanno da effettivi ambienti 3D da vivere attraverso visori VR, a più semplici piattaforme di condivisione, non troppo distanti da un videogioco come Fortnite o Minecraft.
Ora che abbiamo un’infarinatura sul significato di metaverso, non perdiamo altro tempo e passiamo alle cinque ragioni per scommetterci nel 2022!
1. I giganti del Web hanno già iniziato
Facebook non è l’unica grande azienda tech che sta puntando sul metaverso, anzi. Ecco come si stanno muovendo i big della Silicon Valley e non solo.
- Apple: secondo le analisi, l’azienda di Cupertino starebbe programmando il proprio ingresso nel settore della realtà mista, con le tecnologie AR e VR che potrebbero diventare una naturale evoluzione di dispositivi mobile e wearable nella fruizione del web. Se Apple dovesse lanciare nei prossimi anni un prodotto che sfrutta questa tecnologia, il boost al mercato potrebbe essere notevole.
- Microsoft: la casa madre di Windows è stata sicuramente più esplicita nelle proprie intenzioni, annunciando il lancio nel 2022 di Mesh for Teams: si tratta di una feature che unirà le possibilità della realtà mista ai tool di produttività, permettendo di lavorare a distanza in modo più naturale. Secondo l’azienda, tramite l’uso di avatar e stanze virtuali sarà possibile rendere meno distaccate le interazioni ed eliminare alcuni problemi comuni delle videocall.
- Niantic: la software house AR famosa per Pokémon GO ha annunciato il lancio di un kit gratis e open source per lo sviluppo di esperienze in realtà aumentata più accessibili. Secondo l’azienda, questo permetterà la creazione di applicazioni di realtà mista, dove il metaverso diventa un’estensione del mondo reale. L’obiettivo è quindi di sfruttare le opportunità di questo nuovo paradigma del web, senza perdere la fisicità e il calore umano delle interazioni dal vivo.
- Snap Inc.: la società a capo di Snapchat e Bitmoji è considerata persino più avanti di Facebook nello sviluppo del metaverso. La piattaforma social gialla ha infatti da tempo introdotto la possibilità di creare avatar personalizzati e funzioni che sfruttano la realtà aumentata per rendere più immersiva l’esperienza.
- Roblox: nato nel 2006, questo software è definito come una “piattaforma di immaginazione”, perché permette agli utenti di creare i propri mondi 3D e interagire con gli altri utenti per giocare, parlare o collaborare a progetti creativi. Entrata in borsa nel novembre 2021, la software house Roblox Corporation è considerata tra le realtà più promettenti del settore.
Queste sono solo alcune delle aziende tech che stanno investendo nel metaverso: tra le altre troviamo anche Tencent, Nike, Dyson, Epic Games, Nvidia e Amazon. Una lista che è destinata a crescere ancora nel 2022.
2. La pandemia ha velocizzato questa evoluzione
A differenza di quanto accade durante le grandi crisi economiche, la situazione di crisi sanitaria globale che stiamo attraversando non ha rallentato l’evoluzione tecnologica, bensì l’ha accelerata. Con la riduzione degli spostamenti e la diffusione del lavoro da remoto, molte persone hanno iniziato a cercare nelle esperienze online un nuovo modo per interagire con gli altri.
Questa inedita necessità ha portato da un lato alla popolarizzazione di applicazioni come Zoom e Houseparty o videogiochi come Animal Crossing, dall’altro come abbiamo visto ha spinto molte aziende a investire nel settore della realtà virtuale o mista.
La situazione di emergenza ha sicuramente velocizzato l’adozione di strumenti digitali per interagire con le nostre cerchie sociali, abbattendo così le barriere all’ingresso che molte persone avevano in precedenza. Al tempo stesso, però, questo rapido all-in ha evidenziato diversi elementi che rendono queste applicazioni ancora un po’ grezze rispetto al concetto di metaverso: ad esempio la frequente mancanza di “persistenza” del mondo virtuale, interfacce poco accessibili e assenza di integrazione tra i diversi servizi.
Insomma, il COVID ha avuto il ruolo di normalizzare la nostra percezione delle piattaforme online come spazi di interazione: nei prossimi anni assisteremo invece a quell’ulteriore slancio di evoluzione che trasformerà questi diversi “proto-versi” in un vero e proprio metaverso.
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3. Il ruolo di blockchain e cryptovalute
Il concetto di metaverso si sta diffondendo in un periodo storico particolarmente ricco di innovazioni tecnologiche nel campo dell’informatica, che hanno stimolato nuovi modi di guardare a vari aspetti della realtà.
Le fondamenta tecnologiche da cui nasce sono le stesse che hanno permesso lo sviluppo di applicazioni blockchain sempre più popolari, e che favoriranno la transizione verso il cosiddetto Web3. La struttura blockchain può diventare in sostanza uno degli strumenti con cui creare esperienze virtuali integrate con il mondo reale. Qualcosa di simile accade per esempio nel caso dei social token, “gettoni” virtuali con cui riscattare servizi ed esperienze oppure con cui influenzare le scelte di soggetti pubblici (come celebrità o squadre sportive).
Anche le cryptovalute avranno un ruolo nello sviluppo del metaverso. In un mondo virtuale, è evidente che qualsiasi transazione economica debba avvenire online: ciò darà sicuramente un’ulteriore boost ai pagamenti elettronici, ma renderà anche più accettabile per gli utenti l’idea di possedere denaro “digitale”.
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La diffusione degli NFT, infine, sta svincolando anche il mondo dell’arte dalla materialità dell’opera, contribuendo a creare nuove opportunità di monetizzazione per chi crea contenuti digitali. Se la popolarità degli NFT dovesse continuare a crescere al ritmo di oggi, potrebbe diventare un elemento chiave nella nascita del metaverso.
Si può quindi dire che metaverso, blockchain, cryptovalute e NFT siano diversi lati della stessa realtà, che si sosterranno a vicenda nel corso dei prossimi anni.
4. Per molti brand il metaverso è già realtà
A credere nel metaverso non sono solo le aziende che operano su Internet: dai settori dell’automobilismo e della moda, fino a quelli dell’intrattenimento, del beauty e dei FMGC, sono già molti i brand che stanno sperimentando con le possibilità del metaverso. Ecco alcuni esempi.
- NASCAR, la competizione automobilistica statunitense, ha lanciato una joint venture pluriennale con Roblox per promuovere il brand tra i più giovani. Diverse le iniziative, su tutte: il lancio di un’auto virtuale, vestiti brandizzati per gli avatar e un contest per disegnare la propria uniforme.
- Anche la catena di cibo messicano Chipotle ha sfruttato Roblox per lanciare un evento esclusivamente virtuale in occasione di Halloween, dove ha regalato 30,000 burrito (veri) ai visitatori dello store digitale.
- Coca-Cola ha lanciato degli NFT su Open Sea in occasione della giornata mondiale dell’amicizia, devolvendo i proventi dell’asta a Special Olympics International. Una strategia questa utilizzata anche da altri attori per fare beneficenza in modo innovativo ed efficace.
- Il brand automotive coreano Hyundai ha creato Mobility Adventure, uno spazio virtuale in cui gli utenti possono conoscere il brand tramite esperienze interattive e condivisione. La piattaforma dispone di una piazza centrale per gli eventi, una eco-forest per raccontare la mobilità sostenibile e una pista di gara per giocare con i modelli ad alte prestazioni.
- Nel mondo del fashion Balenciaga, firma dello streetwear di lusso, ha collaborato con Fortnite per rendere disponibili alcuni capi all’interno del gioco.
- Gucci, invece, ha organizzato un’esposizione su Roblox in cui ha venduto all’asta una borsa virtuale per oltre 4,000$ (più del prezzo della stessa nella realtà).
5. La Gen-Z è già nel metaverso
Qualsiasi brand B2C, per non invecchiare nel tempo, ha bisogno di coinvolgere le nuove generazioni. In particolare, la Gen-Z (i nati dal 1996 in poi), rappresenta ormai una fetta importante del mercato e assumerà via via un ruolo sempre più dominante nelle strategie delle aziende.
Questi consumatori sono cresciuti in un mondo in cui Internet, i social media e le interazioni virtuali sono parte integrante della quotidianità. In più, ben l’87% degli “Zoomer” sono videogiocatori, con in media 7.20 ore di utilizzo a settimana: ciò significa che questa generazione si è abituata fin dall’infanzia a muoversi in mondi virtuali.
Per le persone della Gen-Z, Internet è un’estensione della propria realtà dove socializzare, informarsi, confrontarsi, fare acquisti e lavorare. Per questo motivo, sarà la generazione che guiderà la diffusione del metaverso, la più incline a cogliere le opportunità che saprà offrire e disposta a essere coinvolta dai brand che lo sfrutteranno.
Conclusione: il vero problema del metaverso
In questo articolo abbiamo visto alcune delle principali ragioni per cui nel 2022 (e pure negli anni a seguire) dovrai valutare attentamente la possibilità di investire nel metaverso.
A questo punto ti starai chiedendo: dov’è l’inghippo?
Ecco, come anticipato lo sviluppo del metaverso pone un importante problema, soprattutto per le realtà più piccole. L’aspetto più complesso per poter abbracciare questa nuova opportunità si trova infatti nelle competenze richieste.
Per poter dar vita a un’esperienza virtuale integrata è infatti necessario avere competenze avanzate di programmazione, sviluppo web e modellazione 3D. Serviranno poi capacità di gamification e di marketing multicanale, nonché una solida strategia di business alla base per massimizzare il ROI. Ultimo ma non meno importante, saranno richieste competenze di analisi dei dati molto avanzate, in quanto bisognerà muoversi in un terreno sperimentale e ancora poco esplorato, dov’è fondamentale riconoscere i trend.
In sostanza, se dopo aver letto questo articolo non vedi l’ora di sfruttare le possibilità del metaverso per il tuo business, il nostro consiglio è di includere sempre queste attività all'interno di una strategia digitale più ampia, facendoti affiancare da esperti di digital marketing. Questo ti aiuterà a capire se le tue idee sono realizzabili e a individuare le giuste competenze per farlo.
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